I nuovi ambienti creati dall’uomo sono gli incolti, i ruderi, le aree urbane, i margini delle strade e delle ferrovie, i bordi dei campi coltivati e degli allevamenti.

In questi ambienti degradati si fanno spesso notare le vistose fioriture dei verbaschi e dell'enagra, della cicoria selvatica e della saponaria, dell'erba viperina e del cardo selvatico, suggerendo un possibile utilizzo di queste e molte altre specie nelle bordure dei nostri giardini.

Le specie sinantropiche sono in genere annuali o biennali, vigorose, spesso di grandi dimensioni e di rapido sviluppo.

Molte specie prediligono terreni magri, sciolti e profondi, come i cumuli di detriti sabbiosi o ciottolosi, dove non hanno difficoltà ad approfondire il loro apparato radicale fittonante.

In generale la fioritura è tardiva, spesso in piena estate e oltre.

In giardino possono essere utilizzate per creare macchie uniformi e lungamente in fiore, come ad esempio la cicoria selvatica dai capolini azzurri, e la carota selvatica, con le sue infiorescenze bianche.

Altre sono particolarmente interessanti come piante architettoniche, innanzitutto per le loro dimensioni che raggiungono i 150cm, poi  per il colore e le caratteristiche del fogliame o per l’abbondanza dei fiori; in questo caso sarà preferibile piantarle come esemplari singoli.

Molte di queste piante infine, crescendo a contatto con l'uomo, sono state nel passato oggetto di selezione per un utilizzo alimentare (alimurgia), valido ancora oggi.